Assecondare la propria genetica!
Scritto da
Unknown
alle
12:57
Una domanda molto frequente che mi viene fatta è quella di
quante volte a settimana dovrebbe essere allenato un muscolo affinché possa
svilupparsi al meglio. C’è chi crede che più lo si allena meglio è e chi dice
che non dovrebbe essere toccato più di una volta a settimana.
La verità è che non esiste una regola che valga in generale
per tutti i muscoli. Ogni muscolo ha una determinata composizione di fibre e
sono queste a determinarne la capacità di recupero, perché ogni tipo ha una
diversa resistenza allo stress (l’allenamento costituisce uno stress) e una
diversa velocità di contrazione.
È vero che possiamo seguire da linea guida dei Doms, quindi
evitare di allenare un muscolo ancora dolorante, nel quale le microlesioni (che
si verificano nelle fibre durante lo stress dell’allenamento, ed è questa la
ragione per cui il muscolo fa male e non l’acido lattico che viene smaltito
nell’arco di un paio d’ore!!), le stesse che determinano la crescita del
muscolo, ancora non si sono ricostruite,
quindi quel muscolo ancora non ha recuperato e sollecitarlo di nuovo non solo farà
aumentare ancora di più i suoi tempi di recupero ma si rischia anche di
catabolizzarlo.
Tuttavia, chi punta a obiettivi più alti e ne ha fatto di
questo sport uno stile di vita, dovrebbe ricorrere ad un metodo più preciso
(che comunque non può esserlo al 100% come una biopsia).
Iniziamo vedendo come vengono classificate le fibre:
-bianche o a contrazione rapida (o di tipo II), che vengono
sollecitate negli sforzi brevi ed intensi, quindi anaerobici (cioè in assenza
di ossigeno); queste possono essere suddivise ulteriormente in fibre A che
hanno caratteristiche intermedie (quindi partecipano sia agli allenamenti
anaerobici che aerobici) e fibre di tipo B che invece sono dedite ai lavori di
potenza (massimali).
-rosse o a contrazione veloce (o di tipo I), caratterizzate
da una maggiore resistenza in quanto sfruttano l’ossigeno, che è infinito,
quindi resistono agli sforzi prolungati nel tempo.
Ora, ognuno di noi nasce con una determinata composizione
fibrosa che non può essere cambiata. Insomma, chi nasce con una prevalenza di
fibre rosse morirà con le stesse e lo stesso vale per le fibre bianche. Questo
è uno dei principali aspetti a cui ci si riferisce quando si parla di genetica
nell’ambito dello sport. Ciò significa che vi sono persone più adatte agli
sport di potenza e persone più adatte agli sport di resistenza. Alcuni studi
hanno cercato di capire se tale composizione potesse essere in qualche modo
cambiata sottoponendo un gruppo di individui ad allenamenti aerobici
prolungati. Si è rilevato che effettivamente una piccolissima percentuale di
fibre bianche è stata convertita in rosse –fenomeno chiamato iperplasia
muscolare- (quelle che appunto vengono reclutate durante questo tipo di
allenamenti) ma, non solo questa percentuale è risultata trascurabile, quando
gli individui sono tornati alle loro normali abitudini anche quelle fibre che
erano diventate rosse, sono tornate ad essere bianche. Gli adattamenti sono quindi risultati solo
temporanei.
Ma se la genetica non si può cambiare ciò che possiamo fare
è cercare di sfruttarla al meglio verificando qual è la nostra quindi allenarci
di conseguenza. Ma come possiamo
scoprire la nostra composizione fibrosa, quindi sapere ogni muscolo da cosa è
formato, dunque come dobbiamo allenarlo affinchè venga sviluppato nel miglior
modo possibile?
L’unico metodo esperibile senza ricorrere ad una biopsia è
quello sottoporci ad un test empirico. Ovviamente questo test richiede tempo se
vogliamo valutare tutto il corpo e sarebbe meglio affidarci ad un esperto
perché, per chi non ha esperienza, i dati possono risultare ingannevoli.
Si tratta innanzitutto di scoprire il nostro massimale per
ogni muscolo con un esercizio monoarticolare.
Ad esempio se vogliamo testare le spalle possiamo utilizzare l’alzata
laterale verificando con quale carico si riesce ad eseguire una sola ripetizione
(ovviamente dopo un adeguato riscaldamento).
Si devono fare 4, 5 prove (con 4-5min di recupero fra le stesse), quindi
ci si ferma solo quando si arriva ad un carico con cui si riesce ad eseguire
una sola ripetizione.
Ora, dopo un riposo di circa un quarto d’ora, si deve
prendere l’80% di quel carico ed eseguire più ripetizioni possibile.
-Se le ripetizioni eseguite con questo carico sono minori di
7 significa che quel muscolo è prevalentemente formato da fibre veloci
(bianche), quindi, l’allenamento ideale per questo muscolo sarà con carichi
alti e poche ripetizioni (dal 80% del massimale in su ). Nella maggior parte
degli individui il brachioradiale e il gran pettorale sono composti da questo
genere di fibre. Queste fibre hanno
tempi di recupero più lunghi rispetto alle altre, anche di 3 minuti se i
carichi sono molto importanti, mentre fra le sedute di allenamento devono
trascorrere almeno 5 giorni.
-Se invece il numero di ripetizioni eseguite è più di 8
prevalgono le fibre rosse, quindi quel muscolo è più resistente alla fatica e
per allenarlo al meglio occorrono carichi più bassi e un alto numero di
ripetizioni (65-70% del massimale, con 8-15 ripetizioni o anche di più). In
genere hanno questa composizione il deltoide, il bicipite femorale e il tibiale
anteriore. Il tempo di recupero fra le serie è breve, di circa un minuto mentre
fra i vari allenamenti dello stesso muscolo di 2-3 giorni.
.Se le ripetizioni eseguite sono 7-8 sono le fibre
intermedie a prevalere, quindi l’allenamento dovrà prevedere carichi,
ripetizioni e tempi di recupero intermedi rispetto alle prime due categorie. Ma
queste sono fibre che si adattano facilmente a ogni tipo di allenamento, quindi
è difficile sbagliarsi.
Ora probabilmente vi chiederete: “ok, ma dopo aver fatto tutti
questi calcoli, scoperto il massimale e il numero di ripetizioni che posso
eseguire con l’80% del massimale, come posso strutturare il mio allenamento in
modo da sfruttare al meglio la mia genetica?”
E’ molto più facile a dirsi che a farsi!
Prendiamo di nuovo l’esempio delle spalle, in genere
prevalentemente composte da fibre rosse, resistenti alla fatica e che
richiedono carichi più bassi e ripetizioni più alte. Quindi, dovrò
semplicemente diminuire i carichi e aumentare il numero di ripetizioni. Se in
genere mi alleno con un 4x8 posso far salire il numero di ripetizioni a 12,
oppure optare per l’aggiunta di un esercizio 3x12 a quel 4x8. Ma lo stesso
risultato può essere ottenuto con un piramidale o uno stripping.
Insomma, basta abbassare i carichi e aumentare il numero di
ripetizioni per i muscoli formati prevalentemente da fibre rosse e aumentarli
per quelli prevalentemente bianchi.
Qui sotto vi lascio la tabella che MyPersonaltrainer.it
riporta per la classificazione di ogni muscolo in termini di % di fibre che
compongono i singoli muscoli nella maggior parte degli individui:
MUSCOLO | %ST | %FTa | %FTb |
Adduttore breve Grande adduttore Grande gluteo Ileo psoas Pettineo Psoas Gracile Semimembranoso Tensore della fascia lata Vasto intermedio Quadric. Femor. Vasto mediale Quadric. Femor. Soleo Gran dorsale Bicipite brachiale Deltoide Romboide Trapezio Adduttore lungo Gemelli Gluteo medio/piccolo Otturatore esterno/interno Piriforme Bicipite femorale Sartorio Semitendinoso Popliteo Vasto laterale Retto femorale Quadric. Femor. Tibiale anteriore Retto addome Brachioradiale Gran Pettorale Tricipite brachiale Sopraspinato |
45 55 50 50 45 50 55 50 70 50 50 75 50 50 60 45 54 45 50 50 50 50 65 50 50 50 45 45 70 46 40 42 33 60 |
15 15 20 -- 15 20 15 15 10 15 15 15 -- -- -- -- -- 15 20 20 20 20 10 20 15 15 20 15 10 -- -- -- -- -- |
40 30 30 50 40 30 30 35 20 35 35 10 50 50 40 55 46 40 30 30 30 30 25 30 35 35 35 40 20 54 60 58 67 40 |
ST = fibre lente;
FTa = fibre veloci con alto potenziale metabolico ossidativo e glicolitico;
FTb = fibre veloci con alto potenziale prevalentemente glicolitico
FTa = fibre veloci con alto potenziale metabolico ossidativo e glicolitico;
FTb = fibre veloci con alto potenziale prevalentemente glicolitico
Categorie:
allenamento
,
massimale